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La storia non è altro che Storia ! Basta poco per raccontare una Storia .  L’uomo non è altro che un uomo , nella sua vita , nel suo cammino . Mohamed Ba ( resp. ufficio stampa Casa Africa )

Domenico Mondelli – Il Generale Nero

 

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Nato Osvaldo Sellasie il 30 giugno 1886 all’Asmara in Eritrea, di etnia tigrina, venne adottato nel 1891 dal colonnello parmense Attilio Mondelli nel corso della ritirata in Eritrea in seguito alla sconfitta di Adua, durante il corso della Guerra d’Abissinia. Portato in Italia, nell’ottobre 1900 iniziò a frequentare il Collegio militare di Roma per passare poi alla Regia Accademia Militare di Modena.

Uscitone con il brevetto di sottotenente nel 1905, viene assegnato alla fanteria, specialità bersaglieri. Presta servizio inizialmente nel 5° Reggimento, passando poi in successione al 7°, 8° e 2°. Appassionatosi al mondo dell’aviazione consegui il brevetto di pilota conferitogli dalla Fédération Aéronautique Internationale il 20 febbraio 1914.

Con l’entrata in guerra dell’Italia, il 24 maggio 1915, combatté come capitano nelle file del Battaglione Aviatori eseguendo numerose missioni di ricognizione, anche bassa quota, che gli valsero l’assegnazione di una Medaglia di bronzo al valor militare. Fu al comando della 7ª Squadriglia da bombardamento (Caproni) dalla sua costituzione, avvenuta il 18 febbraio 1916 inquadrata nel Corpo Aeronautico Militare, Dal successivo 1 del mese di aprile formò il IV Gruppo a disposizione del Comando Supremo che utilizzava aerei Caproni Ca.3 per bombardare la Slovenia e la Venezia Giulia austriache.

Dal 14 al 25 luglio 1917 fu al comando dell’XI Gruppo, costituito da 2ª, 3ª, 4ª, 6ª e 15ª Squadriglia Caproni, per passare poi al comando del 67° battaglione del 18º Reggimento bersaglieri, rimanendovi fino al 30 settembre 1917. Il 10 ottobre, con il grado di maggiore, assunse il comando del XXXIII Reparto d’assalto “Fiamme Cremisi” della neocostituita specialità arditi, Il 1 maggio 1918, con il grado di tenente colonnello assunse il comando del I battaglione del 242° Reggimento fanteria della Brigata “Teramo” con cui prese parte alla battaglia del Solstizio rimanendo ferito, e venendo sostituito alla testa del battaglione dal parigrado Umberto Albano.

Dopo la fine della guerra, decorato complessivamente di due Medaglie d’argento e due di bronzo al valor militare, ed insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, sostituì il tenente colonnello Giovanni Messe alla testa del IX Reparto d’assalto, che fu impiegato in Albania dove ottenne la sua terza Medaglia di bronzo.

Con l’avvento al potere del regime fascista fu oggetto di discriminazione, e lasciò il Regio Esercito nel corso del 1925 perché gli era stata bloccata al promozione a colonnello, entrando nel ruolo della riserva.

Dal secondo dopoguerra visse a Roma in via Milazzo nel quartiere dell’Appio Latino fino alla morte e fece anche la comparsa in alcuni film, mentre aveva il resto della famiglia (moglie e due figli) che viveva nel rione Berlingeri a Capodichino a Napoli.

La sua carriera militare riprese seppure nel ruolo della riserva con la proclamazione della Repubblica Italiana, promosso generale di brigata nel (1959), di divisione (1963), generale di corpo d’armata (1968)[1] e fu insignito del titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana il 10 giugno 1970 con decisione “motu proprio” del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat.

Si spense a Roma, presso l’Ospedale militare del Celio, il 13 dicembre 1974.

Fonte: Wikipedia

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