11 maggio si visita il Quirinale: un’occasione di crescita per gli studenti dalla Scuola di Italiano di Casa Africa

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L’11 maggio un gruppo di studenti di Casa Africa hanno visitato il Quirinale, nell’ambito di un programma culturale che la Presidenza della Repubblica ha promosso in favore dei migranti, in collaborazione con la Rete Scuolemigranti, cui la Scuola di italiano di Casa Africa aderisce.

La visita ha molto interessato i ragazzi, colpiti dalla magnificenza delle sale, il mobilio, gli arredi, la spettacolarità delle carrozze e l’emozione di entrare nello studio del Presidente Mattarella. Certamente hanno vissuto tutto questo come un privilegio, dato a pochi di loro, di essere accolti in un Palazzo che conserva la Costituzione, le tracce della vita istituzionale del Paese che li ospita, i cimeli dei re d’Italia e dei Papi.

La visita era stata preparata nella scuola di Casa Africa già dal mese di marzo, attraverso lezioni e dibattiti sui temi della democrazia, che partendo dall’Unione europea, illustrava poi l’ordinamento italiano, le competenze delle sue principali istituzioni nazionali e comunali fino ad approfondire concetti quali il rispetto della persona senza distinzione di genere, religione, e credo politico, degli spazi comuni da tutelare e dei simboli della democrazia da riconoscere e rispettare.

Questo lavoro ha animato molte lezioni e ha portato ad un’ampia e partecipata discussione sui concetti di dignità,  diritti,  doveri, legalità, integrazione, diversità,  tolleranza,  libertà,  democrazia,  bene comune.

I ragazzi hanno scelto  le parole della democrazia più significative per loro e hanno  scritto queste parole-chiave su un foglio colorato, indicando anche il proprio nome e il paese di provenienza per rafforzare così la propria piena adesione a quel concetto.  Con le fotografie fatte durante queste attività e i  cartoncini colorati abbiamo composto grandi cartelloni che arredano ora le aule di Casa Africa e che abbiamo esposto in qualche occasione pubblica.

Il nostro compito è ora quello di far comprendere loro quanto sia determinante il ruolo di ciascuno per l’affermazione dei valori di libertà e di sviluppo democratico di  una comunità, sia essa una scuola di italiano, un centro di accoglienza, un quartiere o una città, italiana, europea, o di qualunque altro paese del mondo.

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