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IL SILENZIO CHE UCCIDE

La miseria a scopo di lucro è una forma di inaudita violenza, che si esprime spesso attraverso un’insistita, quasi compiaciuta esposizione dei volti dei bambini piagati e torturati dalle mosche, dei loro ventri gonfi, dei loro corpi scheletrici, come anche quelli di donne e uomini afflitti dalla fame.
E tutto per guadagnarci sopra. Inoculando inoltre nell’immaginario collettivo l’idea che nero e straniero siano in sostanza sinonimi di malattia e povertà.
Oltre a questa immagine miserabile si aggiunge la beffa dello sfruttamento delle ricchezze naturali appartenenti a questi popoli, ai quali però è negato l’accesso ai guadagni derivanti da queste risorse.
Inoltre guerre, precarietà politica e traffico d’armi destabilizzano molti di questi Paesi ricchi di materie prime. Con le armi costano ben più del cibo… E ci si chiede come mai poi questi Paesi s’indebitino.
Dopotutto, se il ricco Occidente gode di tecnologie all’avanguardia e utilizza sofisticati macchinari è grazie alle materie prime dei cosiddetti Paesi poveri.
Quell’Occidente che produce cibo in quantità pari a una volta e mezzo quello che consuma, laddove poi solo una minima quantità di ciò che avanza viene consegnata al banco alimentare, mentre la maggior parte viene smaltita, anziché sfamare i bisognosi. Inoltre lo smaltimento di questo cibo produce emissione di CO2, inquinando. Come sappiamo attraverso le cronache e i racconti di coloro che scappano dalla loro terra, come tanti africani, siriani, afghani, iracheni, è chi progetta a tavolino i conflitti in questi Paesi responsabile della loro devastazione, più ancora delle catastrofi naturali che talvolta vi si abbattono.
Ma i mercanti della morte non vengono puniti per i loro crimini contro l’umanità. E allora, quale democrazia e quale civiltà è quella che permette tutto questo?
Il seguente testo è un sermone del pastore Martin Niemöller sull’inattività degli
intellettuali tedeschi in seguito all’ascesa al potere dei nazisti e delle purghe dei
loro obiettivi scelti, gruppo dopo gruppo.
La poesia è ben conosciuta e frequentemente citata, ed è un modello popolare per
descrivere i pericoli dell’apatia politica, e come essa alle volte inizi con un odio
teso ad impaurire obiettivi e di come alle volte esca fuori controllo.
“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché
rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano
antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.
Quindi nessuno è immune. Tutto quello che capita agli altri può capitare a chiunque di noi. L’indifferenza uccide.

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